Deliveristo è una delle realtà più affermate in ambito FoodTech a livello europeo. La piattaforma si propone come un mercato virtuale che digitalizza l’ordine dal ristoratore al fornitore.
Gabriele Angeleri, co-fondatore e COO della startup ci racconta il suo percorso, partendo dalle sue radici, da figlio di ristoratori, alle sue passioni, i suoi studi, fino ad arrivare alla progettazione e alla concretizzazione di Deliveristo: un modo nuovo di gestire le forniture del proprio ristorante utilizzando la tecnologia.
- Ciao Gabriele, raccontaci un po’ di te. Qual è il tuo background?
- Come nasce Deliveristo?
- Quali sono stati i primi passi verso la concretizzazione del progetto?
- Come funziona Deliveristo?
- Deliveristo 5 anni dopo, cos’è cambiato?
- Quali sono i vostri progetti futuri? Pensate di espandervi anche all’estero?
- Cosa hai appreso come imprenditore?
- Cosa hai imparato come persona?
Ciao Gabriele, raccontaci un po’ di te. Qual è il tuo background?
Sono nato a Biella e sono co-Fondatore e Chief Operating Officer di Deliveristo, ad oggi una delle realtà più affermate in ambito food tech a livello europeo, il cui obiettivo è quello di mettere in contatto diretto ristoratori e chef con i fornitori.
Sono nel mondo della ristorazione da sempre. I miei genitori sono stati infatti titolari per 35 anni dello storico ristorante Orso Poeta. Un locale all’insegna del divertimento, capitanato da mia madre, “la Cris”, che oltre ad occuparsi della gestione dell’attività, accoglieva tutti calorosamente con un sorriso e a cui tanti biellesi sono affezionati.
E insieme a lei mio padre, uno sculture, cantante e pittore, dunque un vero e proprio artista a 360 gradi, che molti chiamano ancora affettuosamente “Maestro”, che era riuscito a creare un’atmosfera unica ed originale, con tutti i tavoli dipinti da lui e la musica sempre presente.
Ed è proprio questo il posto in cui sono cresciuto e in cui mi sono avvicinato tantissimo al mondo della ristorazione: ho sempre lavorato a fianco dei miei genitori, e anche durante il periodo universitario lavoravo con loro nei weekend.


L’aver fatto parte di questo mondo ha avuto un grande impatto sulla mia crescita personale, poiché ho appreso l’importanza del lavoro di squadra, dei valori di imprenditorialità e responsabilità e soprattutto del creare esperienze di divertimento e condivisione.
Dopo aver perseguito la laurea in Giurisprudenza, decido di partire per Toronto, in Canada, con l’obiettivo di imparare l’inglese, lavorando in un ristorante per qualche mese. Successivamente, mi trasferisco a Bruxelles, dove ho la fortuna di effettuare uno stage al Parlamento Europeo e in questa occasione conosco Luca Calia, che sarà uno dei cofondatori di Deliveristo.
Ciononostante, capisco sempre di più appieno che la mia passione è quella del food&beverage, ragion per cui decido di intraprendere un’altra strada. Dopo un corso Barman, vengo assunto dal Bvlgari Hotel & Resort di Milano, dove lavoro tre anni e dove ho l’opportunità di imparare dai migliori professionisti del settore.


In parallelo, poiché non avevo le idee chiare, svolgevo il praticantato forense fino a tentare l’esame di stato.
È stato un periodo di profonda incertezza. Fino a quando non arriva la chiamata di Luca Calia, il ragazzo conosciuto a Bruxelles. E qui cambia tutto.
Come nasce Deliveristo?
L’intuizione iniziale del progetto parte da Ivan Aimo e Luca Calia che al tempo lavoravano in un Fondo di Venture Capital.
Si erano infatti resi conto che il Food Delivery lato B2C risultava ampiamente consolidato, mentre invece lato B2B c’era un totale vuoto di mercato e la digitalizzazione della filiera tra ristoratori e fornitori era pressoché assente.
Quando Luca me ne parlava, ho subito intravisto l’enorme potenzialità di quello che poteva essere un grande progetto.
Ero sempre più convinto del fatto che il mondo si stesse muovendo in una direzione di digitalizzazione e il nostro obiettivo era proprio quello di avvantaggiare e valorizzare queste realtà.
Così nasce Deliveristo.

Quali sono stati i primi passi verso la concretizzazione del progetto?
Prima di lanciarsi a capofitto, ho testato il terreno, proponendo di fare un sondaggio su oltre 150 ristoranti e bar di Milano per chiedere i loro comportamenti e se fossero interessati ad un’idea come la nostra.
Dal momento che l’idea piaceva e anche tanto, riusciamo a trovare i primi investimenti.
Inizio nel 2017 dando le dimissioni dal Bvlgari Hotel e mi lancio su questo nuovo progetto.
Mi ricordo di quando avevo parlato ai miei genitori di Deliveristo e della decisione che avevo preso, e che comunque nei weekend mi capitava di lavorare ogni tanto come extra al Bvlgari Hotel per riuscire a racimolare uno stipendio più pieno, dato che il compenso della start up all’inizio era molto basso. Sta di fatto che essendo un grande azzardo lavorativo, ed essendo di difficile comprensione per i miei genitori, i primi periodi mi continuavano a chiedere “Sì bella la startup, ma stai continuando ad andare al Bvlgari Hotel vero?”
Sono stati mesi davvero difficili, in cui sentivo davvero la pressione addosso, schiacciato dal peso della responsabilità.
Dovevamo praticamente gestire tutto, dal commercialista, all’avvocato, caricare i primi 30 fornitori in giro per l’Italia e cercare già i primi potenziali clienti.
Pian piano però, la squadra comincia ad allargarsi e a prendere forma. Prendiamo un piccolo ufficio e iniziano ad arrivare i primi risultati.

Come funziona Deliveristo?
Deliveristo è un mercato online dedicato all’Ho.Re.Ca., che mette in contatto i ristoratori con i migliori fornitori. Una volta effettuato l’accesso, navigare in piattaforma è molto semplice e interattivo. Il ristoratore potrà filtrare in base alle sue esigenze e necessità il prodotto o il fornitore di cui ha bisogno.
Grazie a Deliveristo gli Chef possono ottimizzare le forniture, scoprire nuovi fornitori e sapere in anticipo il food cost. Per loro è estremamente importante poter confrontare prodotti e fornitori, affidarsi a un unico punto di acquisto, di fatturazione, di pagamento e poter gestire gli ordini in maniera veloce grazie al digitale.
Deliveristo 5 anni dopo, cos’è cambiato?
Deliveristo, ad oggi, nel 2022, connette oltre 350 fornitori e 1000 clienti Ho.Re.Ca. Disponiamo di un catalogo di oltre 50 mila prodotti e ora siamo una S.p.A.
Abbiamo raccolto nel tempo quasi 13 milioni di euro, di cui gli ultimi 7 ad inizio agosto e contiamo 60 collaboratori.
Inoltre, nel 2019 Deliveristo è stata premiata Miglior Startup dell’Anno al Foodcommunity Awards.
Stiamo crescendo davvero molto.

Quali sono i vostri progetti futuri? Pensate di espandervi anche all’estero?
Oltre a rafforzare la nostra offerta e presenza sull’Italia, apriremo in un primo paese all’estero. Per cui, tra i prossimi obiettivi c’è sicuramente l’espansione internazionale e dunque il diventare a pieno titolo uno dei principali player europei.
Cosa hai appreso come imprenditore?
Non c’è un libretto delle istruzioni, l’unica cosa da fare è lanciarsi, provare, imparare dai propri errori e continuare raddrizzando il tiro.
Non bisogna avere paura. La paura ci rende immobili, ci paralizza. L’unico modo per sconfiggerla è l’azione, anche piccole azioni ripetute con disciplina che sappiamo per certo che porteranno a dei risultati.
Cosa hai imparato come persona?
Una cosa che ho imparato e che è sicuramente molto importante per me è il trattare tutti come se fossero clienti. Una lezione appresa grazie alla ristorazione e all’hospitality. L’importanza di essere al servizio degli altri, in tutte le relazioni con i soci, i colleghi, i fornitori; trattare tutte le persone come clienti.
Altra cosa che ho imparato, data la competizione che c’è oggi, è senz’altro l’importanza di puntare sulle proprie soft skills, ossia tutte quelle abilità trasversali che rientrano nel novero delle competenze interpersonali, come ad esempio nel mio caso, il saper comunicare, empatizzare con le persone etc.
Lavorare in una startup significa apprendimento continuo. Pensate ad una startup che triplica il suo fatturato ogni anno, raddoppia il personale, le dinamiche sono sempre nuove, i problemi si susseguono e devi apprendere materie anche complesse: dallo sviluppo, al marketing, agli acquisti, e tanti gli altri settori. Bisogna quindi apprendere velocemente.
Mi sembra ieri che ero dietro a un bancone a servire i nostri clienti nonchè amici all’Orso Poeta, e a volte stento a credere che oggi con Deliveristo abbiamo l’opportunità di rivoluzionare un intero settore. Ma se c’è una cosa che ho imparato crescendo nel ristorante e voglio portarmi sempre dietro, è il senso del Servizio. Per me la vera leadership non è un titolo od un ruolo, la vera leadership è porsi al servizio degli altri: prendersi cura e creare valore per l’altro.