Le 9 nuove tendenze del 2023 in Europa

Le 9 nuove tendenze del 2023 che stanno spopolando nelle cucine d’Europa

Se abbiamo imparato qualcosa negli ultimi anni, è che nulla può essere dato per scontato, meno che meno in cucina. Le tendenze nel mondo della ristorazione sono un vero e proprio specchio della società: ecco perché è importante capire ed essere attenti a cosa accade intorno a noi.

Sono diversi i cambiamenti e le nuove tendenze che stanno avvenendo in ristoranti e bar. Il consumatore ora è più sensibile sui processi di produzione e sull’origine degli ingredienti. Iniziano a comparire menù ridotti e semplificati, incentrati sui singoli ingredienti e chi li produce: nascono movimenti di supporto e collaborazione con le piccole imprese. Le filosofie e i valori del locale sono sempre più importanti e vanno condivisi, soprattutto online.

Ecco le 9 tendenze che stanno prendendo piede nel mondo della cucina, da cui prendere esempio e ispirazione:

  1. Creare esperienze
  2. Più attenzione alle origini dei prodotti
  3. Collaborazioni con fattorie e aziende
  4. Un occhio ed un palato più green
  5. Menù più corti
  6. Le vecchie e buone abitudini
  7. Food-merchandising
  8. Drink low-ABV e non alcolici
  9. Maggiore presenza onlineù

Questi trend possono anche funzionare in Italia?

1. Creare esperienze

Le persone sono più propense a spendere per esperienze uniche nel loro genere: sono sempre più alla ricerca di qualcosa di diverso, per poterlo poi condividere con amici, parenti o sui social. Questo può avvenire attraverso menù speciali o a tema, corsi, eventi, con una particolare cura ai dettagli e al tipo di servizio offerto. Anche i ristoranti stellati e di alta cucina scelgono un ambiente amichevole e rilassato, per ricreare un’atmosfera il più confortevole possibile, senza più la pressione del guanto bianco. La sala assume un ruolo fondamentale, soprattutto per trasmettere i valori del locale. La cucina attira i clienti nel ristorante, ma è il servizio che li fa tornare.

2. Più attenzione alle origini dei prodotti

La completa trasparenza sull’origine dei prodotti è ormai imprescindibile. I social media e tutte le informazioni fruibili online hanno reso le persone più attente agli ingredienti che trovano nei loro piatti. Anche la spesa è diventata più consapevole: vengono preferiti i prodotti di produzione biologica o di origine controllata e, possibilmente, a filiera corta. I clienti sono sempre più esigenti a quello che gli viene servito, ma sono anche interessati a conoscere e a saperne di più: è sempre più facile vedere una mappa per localizzare l’origine di alcuni prodotti presenti nel menù.

3. Collaborazioni con fattorie e aziende

Lavorare con prodotti locali non è più solo una moda. Diversi sono i motivi che hanno spinto sempre più chef e ristoratori a collaborare con aziende e fattorie locali: ridurre l’impatto sull’ambiente del trasporto, offrire prodotti secondo la stagione ma soprattutto per esaltare le caratteristiche del territorio in cui ci si trova. Come risultato, si hanno prodotti selezionati e di qualità, ad un costo ridotto, per una cucina più locale ed un rapporto più stretto tra produttore e consumatore. Raccontare le storie dei produttori, e spesso educare il cliente sui prodotti tipici della zona è un’idea che viene sempre apprezzata da chi siede a tavola.

4. Un occhio ed un palato più green

Sempre più forte è la tendenza di ristoranti e menù totalmente vegani o plant based, ossia che limitano o rinunciano completamente ad alimenti di origine animale. Che sia una scelta etica, o mossa per la salvaguardia dell’ambiente, questo trend mostra come le abitudini alimentari stanno cambiando. Sono quindi in aumento i ristoranti dedicati che offrono piatti principalmente a base di verdure, legumi e diverse fonti di proteine, senza rinunciare alla ricerca e alla cura dell’alta cucina.

Questo nuovo movimento non inspira solo nel menù, ma anche nella scelta degli ingredienti: se non si collabora già con aziende vicine, si tende a produrre il più possibile “in casa”. Verdure ed erbe aromatiche vengono coltivate dagli stessi chef nel retro del ristorante o negli orti urbani.

5. Menù più corti

Iniziano a comparire menù (degustazione e non) con un numero ridotto di portate, con una maggiore attenzione posta sulla qualità, e non più sulla quantità. Un menù ridotto è anche la scelta ideale per risolvere momentaneamente la generale crisi del personale. Minore stress nelle preparazioni e servizi più semplici e scorrevoli. Lavorare in un ristorante dovrebbe essere piacevole come andarci a mangiare.

6. Le vecchie e buone abitudini

La cucina diventa dal sapore un po’ vintage-retrò: tornano alcune tecniche del passato. Cotture a bassa temperatura e azoto liquido, vengono affiancate a metodi più rustici come la cottura a fuoco vivo o alla brace, per esaltare la materia prima. Anche la fermentazione sta avendo il suo grande momento. Merito anche del Noma che ha saputo rilanciare e portare ad alti livelli tecniche usate quotidianamente in molte case d’Europa e non.

7. Food-merchandising

Oli aromatizzati, cocktail, lievitati e altro ancora: il merchandising legato al food si è specializzato sempre più, ed è diventato un modo per comunicare il proprio brand e fidelizzare clienti anche a distanza. Nata come necessità durante la pandemia, per creare fatturato in modo alternativo, è poi diventa un’abitudine per coloro non riescono a rinunciare ai loro ristoranti, panetterie o bar preferiti. I prodotti, piatti o drink, che rendono famoso un locale, vengono venduti in loco o spediti per essere consumati direttamente a casa propria. Se uno o più specifici prodotti del proprio locale attrae numerosi clienti, potrebbe essere una buona idea pensare di renderli disponibili all’acquisto online.

8. Drink low-ABV e non alcolici

Ordinare un cocktail non alcolico non è più un taboo: le bevande dal contenuto alcolico ridotto o nullo, vengono rese disponibili per tutti. Diversi sono i fattori che hanno portato a questo nuovo trend: l’attenzione della salute è aumentata, si vuole bere più coscientemente, e soprattutto facilitare le interazioni sociali di convivialità anche per chi preferisce non bere alcolici, donne incinte e diabetici, senza dover optare per succhi di frutta o bevande gassate.

I marchi dedicati a sostituti privi di alcol sono aumentati notevolmente: è sempre più facile trovare birre, champagne, gin o vermouth con valore alcolico nullo (o quasi), alcuni arricchiti con elementi benefici per l’organismo. Questi prodotti, in mano a bartender esperti, possono trasformarsi in perfette alternative per l’aperitivo o il dopocena.

9. Maggiore presenza online

Nel 2023 un’attività di ristorazione deve categoricamente essere presente online. Il sito web, ormai mandatario: è l’elemento primario per permettere ai potenziali clienti di trovare il locale, prenotare, consultare il menù. L’uso dei social facilita le operazioni di marketing (ad esempio utilizzando gli adv di Facebook e Instagram), ma soprattutto per trasmettere il messaggio dell’azienda. Il trucco sta nel trovare un proprio stile e avere ben chiaro i propri obbiettivi di business. La consulenza di professionisti del settore possono facilitare queste operazioni e ad ottenere risultati reali.

Questi trend possono anche funzionare in Italia?

Sicuramente con una maggiore trasparenza e attenzione agli ingredienti serviti, con l’intento anche di educare meglio il cliente alla qualità e ai prodotti del territorio, è già possibile portare un grande cambiamento. Essere presenti come brand, sia online che all’interno del locale, pone sotto ai riflettori le specialità che differenziano dalla concorrenza, è importante per distinguersi in un mercato che diventa sempre più saturo. Infine offrendo esperienze che non si fermano alla sola descrizione di un piatto.

Le 9 nuove tendenze del 2023 che stanno spopolando nelle cucine d’Europa

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Scritto da Giulia Gazzetto

5 Dic, 2022

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