Riccardo Di Pisa è un giovane imprenditore e attuale vice presidente di Fedagro giovani. Fedagro è l’associazione di categoria che riunisce diversi grossisti in tutta Italia ed opera a livello internazionale.
Notevole risulta essere la difficoltà nel trovare personale a causa degli orari notturni che sempre meno persone sono disposte ad accettare. Il settore dell’agroalimentare ha bisogno di restare aggiornato e aperto all’innovazione e Fedagro, insieme ai propri associati, potrebbe essere una notevole leva. Abbiamo intervistato Riccardo per comprendere meglio il mondo dell’ortofrutta e il lavoro che c’è dietro.
- Com’è nata l’azienda?
- Come mai avete deciso con Stai Fresco di dedicarvi solo alla ristorazione?
- Come operate nel settore ortofrutticolo?
- Per quanto riguarda la sostenibilità, esiste un sentore in questo settore?
- Qual è la gestione delle cassette?
- Quali sono i trend attuali?
- Parlaci della partecipazione con Fedagro.
- Avete problemi di personale?
- Sarebbe possibile per voi passare ad orari giornalieri?
- Qual è una delle vostre maggiori difficoltà?
- Cosa ne pensi del progetto Deliveristo?
Com’è nata l’azienda?
Facciamo questo lavoro da generazioni, ha iniziato il mio bisnonno che portava a Bologna limoni e arance dalla Sicilia. L’azienda Di Pisa è stata ufficialmente fondata nel 1939 e siamo partiti dal primo mercato che sorgeva accanto alla stazione di Bologna.Nasciamo come distributori all’ingrosso di frutta e verdura italiana su larga scala a livello italiano ed estero. Dal 2020 abbiamo inaugurato la società di Stai Fresco che si focalizza solo sul settore della ristorazione sia collettiva che commerciale.

Come mai avete deciso con Stai Fresco di dedicarvi solo alla ristorazione?
Come Di Pisa lavoravamo un po’ con la ristorazione. Ci siamo resi conto che è un canale diverso e ha bisogno di determinato know how, determinate situazioni di logistica e di lavorazione del prodotto. Abbiamo così deciso di separarlo drasticamente dal magazzino di mercato.
Come operate nel settore ortofrutticolo?
Lavoriamo principalmente prodotto italiano ma nel tempo abbiamo iniziato anche ad affiancare frutta e verdura internazionale, principalmente da Spagna, Olanda, Francia ed altri. Questo ci permette di soddisfare totalmente la domanda da parte dei nostri clienti.
Abbiamo anche dei magazzini di lavorazione, dove confezioniamo pesche, albicocche, susine e pere. Le materie prime vengono raccolte dai contadini della zona. In inverno, invece, produciamo il Marrone di Castel del Rio IGP.
Abbiamo iniziato anche a lavorare la verdura di quarta gamma. Prepariamo insalate in vaschetta, carote, finocchi alla julienne, zucca ed altri prodotti. Stiamo studiando di aprire una linea dedicata solo alla ristorazione con la giusta grammatura, perché quella da GDO non va bene per un ristorante.

Per quanto riguarda la sostenibilità, esiste un sentore in questo settore?
Noi siamo certificati biologici, vuol dire che possiamo comprare e vendere dichiarando biologico e siamo tra i pochi nel mercato ad esserlo. Anche il ristoratore per scrivere in menù “bio” dovrebbe essere certificato. La ristorazione di oggi, però, ha ancora una richiesta molto inferiore rispetto al mercato della GDO.
Quello che facciamo noi è cercare di evitare di buttare la merce avanzata, due volte a settimana vengono organizzazioni del terzo settore per recuperare gli alimenti in buono stato.
Qual è la gestione delle cassette?
Con la GDO, lavoriamo con le cassette a rendere. Dopo il ritiro ci sono alcune aziende specializzate che le lavano così da poter essere riutilizzate. È un meccanismo completamente tracciato. Con il ristorante non è possibile fare la stessa cosa perché è un mercato molto più piccolo. La ristorazione collettiva, però, sta iniziando a fare progetti pilota.
Quali sono i trend attuali?
Fiori, crescioni e germogli sono certamenti prodotti di nicchia e non vengono ancora richieste grandi quantità ma sono le cose che iniziano ad essere ricercate. Per questi prodotti abbiamo un paio di fornitori e lavoriamo su ordinazione. Gli avocado, invece, stanno prendendo sempre più piede.
Parlaci della partecipazione con Fedagro.
Fedagro è la Federazione Nazionale dei grossisti ortofrutticoli dei Centri agroalimentari italiani ed aggrega 28 associazioni territoriali rappresentative dei principali Mercati italiani, i quali rappresentano l’85% della categoria, dalle imprese più piccole a quelle più grosse. La Di Pisa fa parte di Fedagro da prima che io iniziassi a lavorare per l’azienda. Avere un’organizzazione di rappresentanza che persegue i tuoi interessi e quelli del comparto è importante per poter lavorare bene ed avere un supporto laddove ce ne sia bisogno per raggiungere i tuo obiettivi. Da sempre crediamo nell’associazionismo e nello spirito di squadra e Fedagro è sicuramente il posto giusto dove stare per chi svolge questa professione.
Da poco tempo, sono stato nominato Vice Presidente della Fedagro Giovani di cui sono stato tra i fondatori 7 anni fa. Purtroppo in questo settore i giovani mancano, siamo davvero pochi. Probabilmente il motivo è dovuto agli orari, poche persone sono disposte a lavorare di notte ora ed è per questo che stiamo cercando di portare l’orario di lavoro al diurno.
Avete problemi di personale?
Noi abbiamo un grandissimo problema con il personale. Forse molto di più della ristorazione perché trovare qualcuno che lavori di notte è davvero difficilissimo. Questo è un lavoro divertente, parli con le persone e sei in movimento, purtroppo però bisogna svegliarsi molto presto. Se si riuscisse a lavorare su turni sarebbe tutto più semplice ma ad ora questo mercato lavora solo di notte.
Sarebbe possibile per voi passare ad orari giornalieri?
Cambiare gli orari migliorerebbe certamente la situazione ma per questo bisogna parlare con la politica e rivedere la logistica urbana, è un tema complesso. Di sicuro ora la merce non risentirebbe più problemi di conservazione come un tempo. Prima si era molto più lenti negli spostamenti e non esistevano magazzini refrigerati come ora.

Qual è una delle vostre maggiori difficoltà?
Sicuramente riuscire a stimare il valore di mercato. Qui il prezzo varia da tante cose, come fosse una borsa e va di ora in ora addirittura minuto e minuto. Il prodotto è molto variabile e la parte più difficile è finalizzare un listino. Se domani ci dovesse essere una pioggia forte non arriverà la stessa quantità del solito, il prezzo così si alza. Ad esempio le angurie risentono tantissimo sia della troppo pioggia che del troppo caldo.
Per fare il listino ci basiamo su una stima previsionale. È come un terno al lotto perché possiamo sia perdere che vincere. Febbraio è stato un disastro, perché i peperoni e pomodori sono aumentati di tanto. Fortunatamente ci sono delle settimane che capita il contrario.
Cosa ne pensi del progetto Deliveristo?
La verità? Non ci avrei scommesso molto. Ero inizialmente scettico ma sta andando bene e si lavora. Stiamo facendo più di quello che avevamo preventivato con voi. Siamo stati tra i vostri primi fornitori di Fedagro e abbiamo visto nel tempo miglioramenti del servizio che hanno ampliato la clientela e migliorato il modo di lavorare. Deliveristo ci aiuta perché ricevere un ordine per email codificata è molto meglio rispetto a Whatsapp o altri strumenti.
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